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Fulvio Valerio: intervista ad un Senior Automation Engineer

Questa settimana nella nostra rubrica storie di successo incontriamo Fulvio Valerio, per capire meglio con lui la figura dell’Automation Engineer.

L’Automation Engineer è una figura particolarmente ricercata nel mercato del lavoro, per gli sviluppi della domotica e dell’automazione industriale.

L’Automation Engineer ha competenze e mansioni che possono coprire un’area molto vasta: dalla progettazione di soluzioni altamente innovative e lo sviluppo di programmi plc per l’automazione delle macchine (programmable logic controller) alla formazione dei futuri operatori.

Dopo una laurea in Ingegneria Elettronica, Fulvio ha iniziato la sua carriera ormai quindicennale nello sviluppo di software per l’automazione industriale: oggi lavora presso una nota società di automazione in provincia di Varese occupandosi di sviluppo software per impianti e macchinari industriali.

Fulvio, puoi raccontarci di cosa ti occupi?

Partendo da un’analisi di fattibilità delle specifiche ricevute dal cliente, coordino, se richiesto, le attività di sviluppo elettrico e mi occupo di sviluppare il software che regolamenta i processi e i cicli operativi della macchina o dell’impianto. In caso di progetti più complessi, dove il time to market è un fattore importante, coordino il team di sviluppo, al fine di rispettare le consegne concordate.

Una volta completata la fase di sviluppo, seguo anche quella operativa nel cantiere in cui il macchinario viene installato, fino alla messa in funzione. In alcuni casi al commissioning segue anche l’assistenza al cliente, per supportarlo nella manutenzione e nella ricerca guasti del macchinario.

Quali sono i principali settori di applicazione?

I settori sono i più svariati: dall’automotive, all’alimentare e al farmaceutico, fino ad arrivare alla gestione di automatismi nelle strutture alberghiere. Oggi il mondo dell’automazione è in forte sviluppo: qualsiasi settore è coinvolto in questa fase epocale di progresso tecnologico.

Quali sono le skills e le competenze richieste per il tuo lavoro? E qual è la formazione necessaria?

Le competenze necessarie sono sia di natura tecnica (elettrotecnica, elettronica, informatica e, sempre più frequentemente, anche telecomunicazioni) che gestionale. La fase di sviluppo di un software avviene alla fine del processo di progettazione e di solito si fa carico di tutti i ritardi delle componenti progettuali precedenti; quindi la capacità di lavorare in team inter -funzionali e per obiettivi è fondamentale, unitamente alla capacità logico-matematica.

La formazione necessaria?

Sicuramente una formazione di tipo universitario sarebbe da preferire perché più competa, ma non è un requisito indispensabile.

Chi desidera fare questo lavoro, deve però necessariamente avere solide conoscenze di matematica, elettronica, elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni.

Quali sono stati i principali step della tua carriera?

Direi che la mia carriera ha dovuto superare qualche momento di sfortuna: un’economia altalenante ha fatto sì che per poter crescere, io abbia dovuto raccogliere parecchie nuove sfide.

Ho cominciato in una piccola realtà e prima di potermi solo avvicinare al software, ho dovuto superare una fase di apprendistato in officina, per poter meglio comprendere quali organi e componenti fossero coinvolti nel processo di automazione. Direi comunque che è stata un’esperienza molto formativa! Successivamente ho lavorato presso altre realtà, fino a ricoprire ruoli manageriali. Devo dire però che questa evoluzione è stata causata principalmente da una divergenza di visioni aziendali nel superamento di situazioni economiche difficili, piuttosto che da un mio personale desiderio di cambiamento.

Come si è evoluta negli anni la tua figura professionale? Quali difficoltà e opportunità?

La mia figura sta compiendo un’importante evoluzione in questo periodo. Stiamo vivendo quella che viene chiamata la quarta rivoluzione industriale e si lavora alla connessione di impianti e macchine di produzione ai sistemi gestionali delle aziende, al fine di migliorarne i processi produttivi, sia in termini di efficienza che di qualità, con evidenti impatti sulla redditività. Il ruolo ricoperto dalla mia professione è di primaria importanza e il mercato offre molte opportunità.

Cosa consiglieresti ad un giovane che vuole intraprendere questa carriera?

Il primo consiglio che vorrei dargli è di essere consapevole che questo ruolo richiede una buona dose di umiltà!

E’ un lavoro che offre tante soddisfazioni: vedere che un cumulo di metallo prende vita e si muove, secondo istruzioni precise, che proprio tu hai implementato, è decisamente gratificante!

Per quanto mi riguarda, la gratifica si avvalora anche grazie a tutti quegli inconvenienti che sistematicamente si incontrano, ma che opportunamente gestiti permettono la buona riuscita del progetto.

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